Molti siti di social networking lasciano scappare informazioni che permettono a inserzionisti di terze parti e società di tracciamento di associare le abitudini di navigazione web degli utenti con una persona specifica. E' questa la conclusione di uno studio sulla fuoriuscita di informazioni personali identificabili presenti sui social network condotto da ATeT Labs e Worcester Polytechnic Institute. La ricerca, i cui autori sono Craig Willis del Worcester Polytechnic e Balachander Krishnamurthy di ATeT, è stata realizzata su 12 dei maggiori social network, scoprendo che 11 lasciavano uscire informazioni sulle identità a terze parti, inclusi aggregatori di dati che tracciano e aggregano le abitudini degli utenti a scopi di pubblicità mirata.
Lo studio dimostra che la maggior parte degli utenti dei siti di social networking è vulnerabile, avendo le proprie informazioni di identità sui rispettivi profili associate ai cookie. Le informazioni consentono agli aggregatori di raccogliere in modo relativamente semplice dati personali relativi alla pagina di un utente del social network e quindi di tracciarne gli spostamenti su più siti attraverso internet. Poiché gli aggregatori affermano tipicamente che lo spostamento di una persona è tracciato come IP (Internet Protocol) anonimo, le informazioni dei siti di social network consentono invece di accoppiare un'identità unica a ciascun profilo (come avviene su Facebook).
Attualmente non si sa ancora se gli aggregatori di dati stiano realmente registrando ogni informazione personale "trasmessa" loro dai siti di social media. Trasmissione che avviene attraverso i cosiddetti HTTP referrer header e che, nel caso dei social network, sondano tutti gli URL che, legati a tale header, includono l'identificativo. Fonte: CWI
Nessun commento:
Posta un commento