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Operazione Cryptowash, estorsioni online con virus: gang sgominata


La Polizia di Stato di Trieste ha concluso un'importante operazione - denominata "Cryptowash" - contro il riciclaggio e le estorsioni on line mediante la diffusione del virus "Cryptolocker". Bloccato il sistema online di diffusione del virus. Sette le persone denunciate per i reati di accesso abusivo informatico, estorsione e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati, con il coordinamento della Procura Distrettuale di Trieste. Il criptolocker è un ransomware trasmesso via email apparentemente provenienti ad esempio da corrieri per le spedizioni o agenzie governative nazionali, contenenti link o allegati che una volta aperti criptano il contenuto delle memorie dei computer, anche collegati in rete.

Yarix vs ransomware di nuova generazione cripta file e cancella backup


Yarix ha dichiarato guerra al nuovo ransomware che cripta i file e cancella i backup di sistema allo scopo di estorcere denaro ai possessori del pc. Il tutto accompagnato dalla minaccia di segnalare alle autorità il possesso di materiale pedopornografico da parte dell’utente ricattato. 

Da anni ormai i cosiddetti ransomware mettono a dura prova le capacità dei più tenaci specialisti con ingenti richieste di denaro per riavere in cambio i file che riescono a prendere in ostaggio per poi crittografarli con algoritmi sempre più complessi e difficili da espugnare. Tutto ciò ha spesso obbligato migliaia di utenti a cedere alle richieste di organizzazioni criminali che continuano a prosperare indisturbate. 

Stavolta si tratta di una minaccia ancora più complessa, che ha iniziato nelle ultime settimane a diffondersi molto rapidamente per andare a colpire soprattutto le reti aziendali, in particolare tra reti di imprese gestite da Windows Server e sfruttando le debolezze del sistema per stabilire connessioni remote. Identificato con il nome Trojan.ArchiveLock.20, una volta inserito nel sistema rimane invisibile e viene risvegliato a distanza. 

Attivato è in grado di cifrare numerosi file attraverso password dall’elevato livello di sicurezza per poi mostrare attraverso una schermata (che blocca l’interfaccia) cosa sta succedendo al pc e le istruzioni per riavere i propri dati in cambio di un notevole esborso di denaro. Oltre a ciò il ransomware arriva a cancellare gli eventuali backup presenti nel sistema minacciando in taluni casi di rivelare alle autorità il possesso di materiale pedopornografico contenuto all’interno del pc. 

“Sono ormai numerosi i casi dei quali siamo a conoscenza - dichiara Marco Zanovello, CTO di Yarix - una vera e propria ondata massiccia che attualmente non è quantificabile con precisione, anche perché alcuni non vengono denunciati. Ma possiamo tranquillamente affermare che sono diverse decine solo nella sola area triveneta. Ed in costante aumento”. 

Emblematico è il caso di un privato che ha deciso di non farsi estorcere denaro e si è rivolto a Yarix per risolvere il problema: attraverso una falla nel sistema i cracker hanno depositato all’interno del pc un programma che ha cifrato tutti i dati utilizzando una password di circa un centinaio di caratteri. I dati originali sono stati cancellati sovrascrivendo più volte lo spazio libero del server al fine di rendere irriconoscibili eventuali frammenti di informazione. 

“In questo modo - continua Zanovello - il recupero dei dati è praticamente impossibile: o si trova il sistema di risalire alla password usata oppure servirebbero anni per provare l’intera gamma delle combinazioni possibili. Sfortuna ha voluto che siano stati colpiti anche i backup, lasciando l’utente completamente privo di risorse”. 

Come intervenire? “La strada per trovare una soluzione reale a questo tipo di attacchi sembra ancora lunga - spiega Zanovello - anche perché questi cracker sono abilissimi professionisti del crimine. Siamo comunque intervenuti tempestivamente per evitare che il problema si propagasse agli altri pc della rete e grazie al nostro Forensic Lab siamo riusciti a ripristinare parte dei file. Successivamente abbiamo affidato i dati ai nostri team di ricerca e sviluppo che, utilizzando tecnologie particolari quali, ad esempio, lo sfruttamento dei chipset delle schede video, potrebbero essere in grado di recuperare la totalità dei dati”. 

“Se esiste una morale che possiamo trarre da questo episodio - dichiara l’Amministratore Delegato di Yarix Mirko Gatto - è l’assoluta necessità di una cultura della sicurezza informatica. Si tratta di capire che una volta attivata una protezione è necessario seguirne e verificarne costantemente la tenuta, allo scopo di limitare l’esposizione della macchina ad attacchi esterni. Ma anche l’importanza di un piano di disaster recovery, in mancanza del quale i tempi di ripristino della continuità operativa possono essere assai dilatati, con tutte le conseguenze che ciò comporta per il business dell’azienda. Un accorgimento semplice ma fondamentale che in caso di danno può permettere di recuperare l’attività in due giorni invece che in tre settimane”.

Yarix (www.yarix.com), con sede centrale a Montebelluna, già attiva a livello europeo nell'ambito dell'information security, da oltre un decennio promuove una visione della sicurezza che possa contribuire alla creazione e al consolidamento di una vera e propria cultura informatica, sia fornendo soluzioni adeguate ad ogni tipo di esigenza, sia aiutando il cliente ad affrontare l’incessante evoluzione tecnologica dell’ambiente in cui si trova a operare.


Ransomware, Polpost: attenzione al virus "polizia" che estorce denaro


Una truffa informatica particolarmente insidiosa si presenta con le sembianze del Cnaipic, l’ufficio di Polizia che si occupa della prevenzione e della repressione dei crimini informatici. Come riporta Adnkronos, il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano mette in guardia i navigatori sul fatto che "da qualche tempo è in corso la diffusione di un virus informatico che comporta il blocco del proprio computer e il comparire di una schermata che impone il pagamento di 100 euro per poter poi ricevere il codice di sblocco del sistema".

Virus su PC: attenzione ai falsi avvisi multa di Polizia di Stato e Gdf


Nuove truffe sono in corso di esecuzione sul Web con virus del tipo ransomware che impedisce l'utilizzo del computer per poi richiedere un codice di sblocco, ottenibile collegandosi a siti che pretendono l'acquisto di beni o servizi a pagamento, realizzando una vera e propria estorsione. Una versione simile era stata individuata negli scorsi mesi, ma questa sembra essere ancora più aggressiva. Nei giorni scorsi Protezione Account ha infatti ricevuto numerose segnalazioni della presenza di un pericoloso malware che prende in ostaggio il PC.

Nuova versione di ransomware, trojan blocca PC ed estorce denaro


Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture critiche del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni (CNAIPIC) ha scoperto l'esistenza di una nuova versione del trojan ransomware, purtroppo noto a molti utenti della rete per averli colpiti gia' dal 2006 con le precedenti versioni. "Dammi tutti i tuoi soldi o il tuo computer diventa mio", è la proposizione di base. La tecnica è stata battezzata ransomware molti anni fa da ricercatori di virus informatici, e non è nuova.