Unicri, furti d'identità: 1 italiano su 4 è a rischio perchè poco informato

Gli italiani sono sempre attenti a non farsi rubare la macchina o il portafoglio, ma ancora molto 'ingenui' nel conservare la cosa piu' preziosa che hanno: la propria identita'. Tanto che un italiano su quattro e' potenzialmente esposto a furti di dati personali (come su Facebook), che possono portare a truffe e a crimini anche gravi. E c'e' poco da stare tranquilli, dato che le truffe si evolvono di pari passo con la tecnologia, a volte addirittura superandola: e' il caso del 'vishing', che avra' a breve in Italia un vero e proprio 'boom'.

Il quadro e' stato tracciato dall'Unicri, l'agenzia delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine, con un'indagine commissionata da Cpp, filiale di una multinazionale attiva nella protezione e nei servizi di assistenza. I dati, presentati nei giorni scorsi a Milano, fotografano una realta' desolante: degli 800 intervistati (rappresentativi di 8 milioni di italiani), uno su cinque non saprebbe a chi chiedere aiuto in caso gli fosse rubata l'identita', mentre solo il 3,8% dichiara di essere molto informato sull'argomento. Le truffe d'identita' hanno decine di sfaccettature: vanno da quelle semplici, nelle quali una persona assume l'identita' di un'altra per divertimento (come accade sempre piu' spesso ad esempio su Facebook), a quelle piu' ingegnose, in cui il malintenzionato usa potenti software per sostituirsi alle banche, e quindi accedere ai conti correnti di ignari utenti. Il cybercrimine e' talmente redditizio per chi lo pratica che in Gran Bretagna nei primi 10 mesi del 2010 si sono stimati ricavi di 3,1 miliardi di euro, legati solo a furti d'identita'.


In Italia, un'indagine dell'Abi ha invece stimato per il 2009 ricavi da 1,6 a 2 miliardi. ''Quest'anno e il prossimo - spiega Raoul Chiesa, hacker e membro dell'Unicri, nonche' uno dei piu' grandi esperti di sicurezza informatica d'Italia - il fenomeno esplodera', complice anche l'uso sempre piu' intensivo dei dispositivi mobili per andare su internet''. E il fatturato dei truffatori informatici ha ormai raggiunto cifre stratosferiche: ''I ricavi a livello globale - aggiunge Chiesa - hanno superato quelli del traffico d'armi e del traffico di droga''. Le frodi maggiormente temute dagli italiani sono quelle riguardanti l'ottenimento di finanziamenti, crediti, mutui o il ritiro di contante dal bancomat e le conseguenze maggiormente immaginate sono quelle di trovarsi accusati di frodi o delitti compiuti a danni di terzi, oppure banalmente con il conto in rosso. Nonostante però l'80% del campione si dichiari preoccupato dal fenomeno del furto d'identità, poche e comunque di livello base appaiono i comportamenti e le tecniche difensive adottate per contrastare il verificarsi di questa eventualità.


Se infatti oltre l'80% del campione custodisce il Pin del bancomat in luogo sicuro e diverso dalla tessera normalmente utilizzata per compiere dei prelievi, solo il 55%, invece, custodisce in luogo sicuro le password che consentono la navigazione internet e la conferma di operazioni dispositive dai conti online. Solo il 44,8% strappa la posta arrivata dalla propria banca, solo il 40% custodisce solo su carta o su memoria esterna dal pc abitualmente utilizzato copia di bonifici e altre tipologie di documenti relativi alle operazioni effettuate e solo il 38,9% utilizza password diverse per accedere a servizi internet diversi. E anche se i consigli per difendersi dal furto d'identita' sono semplici (come il non lasciare la posta cartacea incustodita, o non diffondere mai i propri dati personali a meno che non sia strettamente necessario), a volte e' davvero difficile mettersi al sicuro. E' il caso del 'vishing', l'ultima evoluzione del ben piu' noto phishing, che ha gia' colpito piu' volte in Italia. Il phishing, storpiatura della parola inglese che significa 'pescare', usa spesso finte email come una vera e propria esca.


Questi messaggi copiano in tutto e per tutto le comunicazioni che un utente riceve ad esempio dalla propria banca; e l'utente, in buona fede, risponde ai truffatori dando loro i propri dati personali, le password o la carta di credito. Il 'vishing', invece, unisce il phishing al Voip, ovvero le telefonate via internet. ''Il Voip - spiega Chiesa - somma le vulnerabilita' della telefonia tradizionale con quelle di internet. Nel vishing puo' succedere che il cybercriminale si spacci per una banca, facendo addirittura comparire il vero numero dell'istituto di credito sul display dell'utente, e ottenendo da lui i dati personali. Ma il criminale puo' anche attaccare i call center che le banche delocalizzano ad esempio in Romania perche' piu' economici e, con l'aiuto di potenti software, carpire i dati dell'utente senza che ne' lui ne' la banca se ne accorgano''. Questa nuova truffa online, già realtà quotidiana in America e in Asia ''per fortuna non e' ancora diffusissima in Italia - conclude Chiesa - ma si vedono gia' i primi casi''. Il consiglio numero uno per difendersi è evidentemente quello di proteggere i propri dati, non diffonderli via internet, non fornirli a persone che non si conoscono e usare un buon antivirus.

Surprise, il virus dai messaggi degli amici su falsa pagina di Facebook


Una nuova truffa si sta diffondendo tra gli utenti di Facebook. Dopo il worm diffuso attraverso la chat, una nuova minaccia incombe sugli iscritti del social network. Se ricevete un messaggio da un amico su Facebook del tipo: "Hello. I got u surprise www.******.blogspot.com" ("Ciao. Ho una sopresa www.******.blogspot.com"), non fate clic sul LINK perchè è un collegamento ad un virus (abbiamo sostituito l'indirizzo reale blogspot con degli asterischi per evitare il collegamento ad esso).


Gli indirizzi di blogspot sono diversi e quando si clicca si viene reindirizzati ad una pagina web maligna che ripropone il sito di Facebook


In realtà il sito non ha alcun collegamento con Facebook. Se si esamina da vicino la pagina è soltanto un'immagine. La stessa URL non è Facebook.com ma termina con un dominio gratuito dot .tk (al termine del reindirizzamento).


Se si clicca sulla schermata o sopra la URL collegata all'immagine del sito, verrà scaricato il file surprise.exe che è il virus identificato come: Gen:Trojan.Heur.ZGY.6 (Engine-A).


L'effetto del virus surprise.exe non è ancora ben noto, ma una volta che si clicca, verrà preso l'account Facebook per inviare lo stesso messaggio invitando tutti i propri amici ad ottenere il virus sorpresa. Alcuni blog sono stati disattivati, ma ne sono stati ricreati degli altri.


Se avete incautamente scaricato ed eseguito il file .exe, potete utilizzare il programma antimalware malwarebytes per la sua rimozione. Avvertite i vostri amici e ricordate sempre di verificare l'URL delle pagine che state visitando, evitando di effettuare qualsiasi download sospetto che vi viene proposto.

Phishing su Facebook attraverso post e falso sito di login


Un nuovo attacco di phishing ha preso di mira gli utenti di Facebook e si sta rapidamente diffondendo attraverso messaggi intriganti in bacheca che cercano di attirare le persone su una falsa pagina. Si leggono dei messaggi del tipo "Check it out here, Look at you haha:P" ("Verifica qui, guarda haha:P" ) e sono accompagnati da un'immagine ad un evento pubblico. In questo caso, il collegamento viene fatto apparire come se portasse al dominio apps.facebook.com, ma in realtà, gli utenti ottengono un reindirizzamento a una pagina ospitata su un sito esterno.


Questo trucco di social engineering, il cui scopo è colpire la curiosità della gente, è comunemente usato negli attacchi contro le applicazioni di instant messaging o siti web di social networking. Recentemente abbiamo riportato circa un worm si diffonde attraverso la funzione di chat Facebook e gli utenti vengono adescati con un collegamento che porterebbe ad una loro foto. Una volta cliccato sul link wall post, viene presentata la seguente pagina:


Il sito canaglia è una copia identica alla pagina di login di Facebook e fa credere agli utenti di essere stati disconnessi e la necessità di autenticare nuovamente. Naturalmente, l'introduzione dei propri dati di login si tradurrà nel furto delle loro credenziali di accesso e il profilo verrà utilizzato per lo spam. Gli account hijacked sono utilizzati anche per diffondere il messaggio di phishing.


Sia una protezione completa internet security che un browser aggiornato e dotato della funzione safe surfing (navigazione sicura) dovrebbero evitare spiacevoli inconvenienti


Gli utenti che sono caduti vittima di questo attacco di phishing dovrebbero avviare la reimpostazione della password e si dovrebbe anche cambiare la propria password su altri siti web, se avessero usata la stessa. Dopo aver ripreso il controllo del loro account bisogna andare alla sezione privacy dell'account, sotto Impostazioni account, e rimuovere tutte le sessioni canaglia ivi elencate. 

Con circa 600 milioni di utenti, Facebook è un obiettivo molto attraente per i phisher. Anche truffe mal progettate con un rapporto di successo basso può provocare migliaia di vittime. Un attacco di phishing Facebook analizzato dai ricercatori di Kaspersky Lab a ottobre 2010 ha fatto 3.000 nuove vittime ogni 20 minuti. Agli utenti si consiglia di controllare sempre la barra degli indirizzi del browser per assicurarsi che siano in un sito legittimo prima del login.