Cellula italiana Anonymous, pagine Facebook e Twitter per comunicare


Salgono a 15, di cui 5 minorenni, i denunciati ritenuti appartenenti alla cellula italiana Anonymous. Si tratta di giovani di eta' compresa tra i 15 e i 28 anni che da gennaio ad oggi hanno attaccato siti istituzionali italiani e di importanti aziende. Le indagini condotte dal Centro nazionale anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche (CNAIPC) hanno accertato che il gruppo italiano forniva anche appoggio per incursioni informatiche ad hacker stranieri.

Tra i siti internet presi di mira dal gruppo di hacker in particolare quelli della Camera, del Senato, del Governo, dell'Agcom e di importanti aziende nazionali come l'Eni, l'Enel, la Finmeccanica, Mediaset e Rai Al vertice del gruppo, un ragazzo italiano di 26 anni residente nel Canton Ticino, in Svizzera, nella cui abitazione, grazie alla collaborazione della polizia locale sono stati sequestrati computer e altro materiale. Tra le 15 persone denunciate dalla polizia postale ci sono anche cinque toscani. 

Per comunicare tra loro e organizzare le varie azioni di attacco informatico, venivano utilizzati noti siti di chat oltre alle pagine di Anonymous dei social network come Facebook e Twitter. Il metodo utilizzato era quello di servirsi di grossi server, in alcuni casi affittati anche all'estero, con potenti capacita' di banda. Grazie ai server venivano richiesti alle pagine internet sotto attacco, servizi e comandi che mandavano in tilt il sistema.


"Mentre in passato - ha spiegato all'AGI il vice questore aggiunto Tommaso Palumbo, diretto del Cnaipic della polizia di Stato - erano necessari per l'attacco informatico centinaia di ragazzi che collegandosi facevano saltare il sito, oggi si utilizzano grossi server che mandano in tilt il sistema utilizzando quindi apparecchiature veramente alla portata di tutti". 

"Al di là dell'aspetto penale della vicenda - ha detto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale e delle telecomunicazioni - va sottolineato il danno patrimoniale arrecato da queste azioni, i cui costi graveranno sui ragazzi e sulle loro famiglie. Ci sono molti modi per esprimere un dissenso ma qui si producono reati e si producono anche seri danni economici". Di norma gli attacchi non tradizionali sono tecnicamente semplici e si concentrano su siti poco protetti. 

Alexander Moiseev di Kasperksy Lab Italia sottolinea che “mentre l’opinione pubblica fa convergere tutta la sua attenzione sugli “attivisti”, la rete è colpita da numerosi e pericolosissimi attacchi che restano sconosciuti al grande pubblico e che rappresentano la vera minaccia e causano i danni maggiori”. “C’è sempre una lezione da imparare da tutti gli attacchi che vengono subiti”, ha continuato Moiseev, “ma è importante capire in questo momento, che ci sono minacce ben più gravi degli “attivisti” e che hanno un preciso scopo di lucro per ogni loro azione”.

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