C’è chi perde d’incanto qualche chilo di troppo e chi recupera la folta chioma di un tempo, chi una nuova giovinezza e chi mille amanti ed avventure nel mondo. È la magia del Web, dei social network e delle nuove modalità di relazione digitale. Ci si affida al virtuale, si gioca sulla multimedialità e sul potere delle parole, e in un attimo il gioco è fatto. Qualche piccola, innocua “bugia bianca” si mescola al reale, qualche esperienza vissuta con altre solo sognate o rivissute ad arte, e così l’alter-ego digitale diventa davvero ciò che vorremmo essere, ma che ancora non siamo e forse mai saremo.
Il fenomeno è così diffuso che, secondo una ricerca Intel condotta da Redshift Research[1], un italiano su due dichiara di aver “taroccato” almeno una volta il suo profilo online, magari anche solo con piccole accortezze, inconsapevoli o in buona fede. Addirittura ben il 53% degli intervistati, in particolare tra i maschi, arriva a confessare un desiderio sorprendente: vorrebbe assomigliare di più all’immagine di sé che racconta quotidianamente online. Non va meglio nel resto d’Europa - con la sola eccezione dell’Olanda che mostra una percentuale dimezzata al 27% - mentre in Medio Oriente e in particolare in Egitto il valore sale addirittura al 76%.
Tra le motivazioni alla base di questi frequenti lifting virtuali, più o meno incisivi, vincono il desiderio di catturare l’attenzione di amici e conoscenti nel 55% dei casi o, nel 40%, il tentativo di nascondere le proprie insicurezze, soprattutto per il gentil sesso. Per un maschio su due l’obiettivo principe rimane invece quello di poter giocare qualche amo in più nel pescare nuovi amori o relazioni (vale lo stesso solo per una donna su tre). Hanno infine un peso importante anche il solo narcisismo e l’intento di piacere di più a potenziali datori di lavoro.
Online la piccola bugia ha tante forme…
Le possibilità oggi offerte dai moderni computer portatili e dagli smartphone di ultima generazione sono molteplici, e gli utenti possono adottare diversi accorgimenti, dai più semplici a quelli più artistici e articolati. Le foto personali, ad esempio, sono il cruccio più grande delle donne, selezionatissime e mai casuali all’interno dei profili online, a volte anche meglio se passate al fotoritocco. Secondo un intervistato su due, infatti, è la piccola bugia virtuale più diffusa tra il gentil sesso, impegnato a postare sul Web solo le immagini più lusinghiere, per sé e per gli altri.
Per gli uomini invece l’estetica lascia il primo posto guarda caso alla solita “ansia da prestazione”: se le foto sono infatti filtrate da un maschio su quattro, più della metà di loro si preoccupa maggiormente di apparire più divertente e brillante di quanto non sia nel quotidiano. Tra le altre bugie bianche più diffuse, i tentativi di presentarsi più intelligente e colto (22%) o di farsi immortalare online, magari anche attraverso i servizi di geolocalizzazione come Foursquare, solo in situazioni e luoghi esclusivi o comunque di stile (18%); da ultimo, il vantarsi di particolari relazioni, vere o presunte che siano.
…ma ha pur sempre le gambe corte
Se il fenomeno del “ritocco” online viene riconosciuto così diffuso dagli intervistati il motivo è evidente: troppo spesso ci si accorge infatti delle tante piccole bugie e debolezze di chi ci circonda online. Gran parte del campione ammette infatti di accorgersi dei cosiddetti “fake” o delle semplici “limature” di immagini, tweet o post. Tra gli indizi più usati per smascherare i “furbetti del quartierino” digitale il fatto che ciò che si legge o si vede sui social network è troppo bello per essere vero (per un intervistato su due), le foto malamente ritoccate, o ancora, in particolare in Italia, l’incoerenza tra personalità e azioni (sempre per uno su due). Solo un piccolo 4% si affida invece ai commenti degli altri per farsi una propria idea, mentre solo il 18% dichiara di non poter distinguere agevolmente il confine tra bugie e realtà.
Spesso, poi, il rischio di travalicare il limite del buon senso e di esagerare nel condividere i propri aggiornamenti, toccando anche la sensibilità altrui, è molto alto, tanto che più della metà degli italiani non sopporta generalmente gli utenti che condividono ogni singolo dettaglio delle proprie giornate, compresi gli aspetti più intimi. Non piacciono allo stesso modo - con percentuali di poco inferiori - anche le foto troppo esplicite o le volgarità, così come, un po’ a sorpresa, gli utenti che si lamentano sempre di tutto e tutti o che fanno troppi errori, o orrori, di ortografia. Tanto che ben l’80% degli intervistati invoca l’introduzione di una “net” o di una “mobile” etiquette, per una convivenza più civile e rispettosa della privacy e degli individui anche online.
Più belli in Rete, migliori nella vita reale
Dai dati della ricerca Intel, emerge anche un curioso paradosso. La voglia di apparire e arricchire i propri profili online, spinge gli italiani ad essere migliori anche nella vita reale. Il primo beneficio? Si tiene generalmente traccia con maggior attenzione di tutti i momenti belli e degli affetti della propria vita. Il 33% degli intervistati dichiara infatti di scattare più foto di sé e della propria famiglia e, in misura minore, di fare più vacanze. Il 31% degli italiani confessa inoltre di essere più curioso e di leggere di più, in cerca di spunti da condividere e commentare in Rete; una percentuale comunque più bassa che nel resto d’Europa, dove il valore si assesta al 42%, e di molto inferiore a quella di paesi spazzati recentemente dai venti di rinnovamento come nel Medio Oriente, Egitto in testa (71%).
Il 27% degli italiani, inoltre, dichiara di fare maggior esercizio fisico e, nel 15% dei casi, di curare di più anche l’abbigliamento. Infine, paradosso nel paradosso: l’ascesa dei social network sostiene anche la cara vecchia televisione, a dispetto dei suoi detrattori: per poter aver validi argomenti di chiacchera frivola tra gli amici in Rete, un italiano su cinque confessa di guardare maggiormente anche i programmi, le serie e i format del piccolo schermo. Ultima nota sui giovani: per loro c’è anche una scusa in più per partecipare a feste e serate tra amici, e uno stimolo nuovo per cercare di farsi immortalare in compagnia delle persone più “cool”.
La cura del corpo (virtuale) richiede tempo e attenzione
Si fanno più cose nel quotidiano, quindi, ma ci si dedica anche sempre più alla cura del proprio profilo online. Così il tempo diventa la vera emergenza del popolo del Web, che dalla mattina alla sera non perde ormai neanche un ritaglio di tempo per “staccare” dagli impegni o dall’identità virtuale. Anzi, metà del campione nell’impossibilità di collegarsi e dicondividere o raccogliere informazioni online dichiara addirittura di sentirsi scollegato dal mondo e in qualche modo perso.
Due intervistati su cinque in Italia e in Europa dedicano così al loro profilo online più di mezzora al giorno, ma anche il resto degli utenti non disdegnano almeno un sortita quotidiana online, seppur breve e sotto la mezzora. Tra i dispositivi hi-tech più utilizzati per gestire le proprie identità virtuali spicca sicuramente lo smartphone, anche se il caro vecchio computer rimane il mezzo preferito, perché più comodo, rapido ed efficace, soprattutto per aggiungere o creare contenuti multimediali, per gestire più profili contemporaneamente e per aggiungere o rimuovere i cosiddetti “tag” dalle foto. Le caratteristiche più desiderate per propendere nella scelta del portatile sono la durata della batteria per il 53% degli intervistati, la rapidità di avvio per il 32% e l’estrema portabilità e leggerezza per il 30%.
L'infografica è scaricabile a questo indirizzo http://newsroom.intel.com/servlet/JiveServlet/download/38-9665/intel_ultrayou_PDF.pdf
Informazioni su Intel
Intel (NASDAQ: INTC), leader mondiale nell’innovazione del computing, progetta e sviluppa le tecnologie essenziali alla base dei dispositivi informatici di tutto il mondo. Per ulteriori informazioni su Intel, consultate i siti Web newsroom.intel.com/community/it_it, blogs.intel.com ed i canali sociali in lingua italiana: Facebook http://on.fb.me/x7wVIG, Flickr http://bit.ly/t2vmNr e YouTube http://bit.ly/xqpxBV.
[1] Ricerca condotta attraverso interviste online in 9 paesi (Regno Unito, Polonia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Turchia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti).
Intel, Intel Core vPro, Ultrabook e il logo Intel sono marchi di Intel Corporation negli Stati Uniti e in altri Paesi. Altri marchi e altre denominazioni potrebbero essere rivendicati da terzi.
Nessun commento:
Posta un commento