Worm: attenzione al falso anti-Conficker, in arrivo come allegato email


Da un paio di settimane circola su Internet un nuovo falso antivirus per Windows che sopraggiunge come allegato alla posta elettronica e che, per indurre gli utenti ad eseguirlo, fa leva su ormai collaudatissime tecniche di social engineering. Tecniche vecchie quanto lo spam, eppure - a sentire gli esperti di sicurezza - tuttora efficaci: in un recente rapporto di Symantec si apprende che i cosiddetti rogueware, ossia i programmi maligni che si mascherano da tool antivirus o antispyware, si trovano annidati in milioni di PC di tutto il mondo. 

Per diffondersi, il falso antivirus si fa passare per un tool distribuito da Microsoft con l'intento di fermare una nuova ondata di attacchi del famoso worm Conficker. Come accade sempre più di frequente, un malware sfrutta dunque la popolarità di un altro malware per ingannare gli utenti meno smaliziati. Il programma fà parte della famiglia Fake Rean.



Il messaggio sostiene che il worm Conficker sta velocemente infettando gli utenti di Windows, e che Microsoft ha già avvisato il provider dell'utente che il suo network è infetto. Per eliminare il worm dal sistema, all'utente viene raccomandato di utilizzare il programma antivirus allegato all'email. Il messaggio riporta come firme fittizie "Microsoft Windows Agent #2 (Hollis)" e "Microsoft Windows Computer Safety Division". 

L'allegato contenente il falso tool anti-Conficker porta il nome di Install.zip e contiene al proprio interno il file eseguibile install.exe di circa 45 KB. Se lanciato, il programma avvisa l'utente che il sistema è infetto (v. immagine a lato) e lo invita a scaricare un falso scanner antivirus chiamato Antivirus Pro 2010 (noto anche con altri nomi, quali XP AntiSpyware 2009, PC Security 2009, WinReanimator ecc.).

Via: Punto Informatico

Furto password offresi, 3,4% consumatori Usa ha subito furto identità


Cento dollari a password è una cifra "ragionevole", soprattutto quando servono a smacherare ingani sentimentali o frodi. E facilmente gli hacker possono ottenere password di sistemi come AOL, Yahoo, Gmail, Hotmail e Facebook, pubblicizzando la loro abilità apertamente su noti siti web.

Il furto di identità sta diventanto uno dei reati più diffusi negli Stati Uniti: le statistiche dicono infatti che almeno il 3,4 per cento dei consumatori americani ha subito, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, un furto di identità, talvolta con conseguenze su conti bancari, carte di credito, acquisti via Internet. 

Sarebbero proprio questi dati allarmanti ad aver indotto il Congresso Americano a varare l’Identity Theft Penalty Enhancement Act, una nuova legge volta a punire con pene più severe chi utilizza informazioni relative all’identità di altre persone con il preciso intento di commettere un crimine.

Molti sono gli esempi di siti operanti in questo nascosto settore di mercato dei servizi, come Piratecrackers.com, ackmail.net, YourHackerz.com e SlickHackers.com. Alcuni hanno anche una costituzione etica, affermando di voler aiutare "persone serie per il recupero di una password e ciò significherebbe prevenire una frode o proteggere i propri interessi/famiglia/lavoro, solamente quando i metodi tradizionali non funzionano". 

Questo ci permette di cogliere la stretta connessione esistente tra il furto di dati e il furto di identità. Nella maggior parte dei casi infatti la sottrazione dei dati non rimane fine a stessa, ma risulta finalizzata alla commissione di ulteriori illeciti.

Rubare numeri carte di credito e password e poi venderle online su Internet


Secondo l’ultimo rapporto elaborato dalla Symantec, azienda leader nel settore della sicurezza informatica, ottenere informazioni riservate sui conti correnti d’un ignaro cittadino può costare da un minimo di 10 fino ad un massimo di 1000 dollari. 

La bolla della Borsa nera via Internet che vede al centro lo scambio e la compravendita di dati e di dettagli personali di migliaia di individui, risulta ancora incentrata sulla tratta delle coordinate bancarie e rivendita di conti correnti personali. 

Infatti, nella graduatoria dei dettagli riservati offerti e richiesti da chi opera su questo particolare mercato nero, al primo posto si piazzano proprio quelli relativi ai conti correnti registrati presso banche e istituti finanziari.

L’ascesa nel 2007 del contrabbando dei dettagli sui conti correnti bancari ha perfino scalzato, sempre secondo quanto riportato nel rapporto della Symantec, lo smercio sulla Borsa nera via Internet del cybercrime dei dati e dei codici relativi alla carte di credito. 

Si tratta d’un vero e proprio esproprio della prima posizione, visto che nel 2006 erano le carte di credito ad occupare la vetta della classifica. Ora invece risultano retrocesse al secondo posto, pur mantenendo un discreto appeal sul mercato. 

Insomma, ad una carta di credito non si dice mai di no. Chiude invece il podio la compravendita dei dati che tratteggiano l’identità delle singole persone, ovvero, data di nascita, residenza, abitazione, telefono, e perchè no, altezza, colore dei capelli ecc..

 Via: Webmasterpoint