Bit Defender: una ragazza mette in «crisi» la sicurezza su Facebook



Una sconosciuta chiede l'amicizia e in poco tempo riesce a raccogliere un buon numero di informazioni, soprattutto dagli esperti It. BitDefender®, noto produttore di innovative soluzioni di sicurezza informatica avverte gli utenti di social network, e tra loro in particolare chi lavora nell’ambito della sicurezza informatica, di stare molto attenti nell’accettare le richieste di amicizia all’interno di Facebook e di prestare particolare attenzione al tipo di informazioni che si condividono con persone appena conosciute.

Secondo un esperimento di BitDefender, gli utenti delle piattaforme di social network non sembrano preoccuparsi delle reale identità delle persone che conoscono online, o dei dettagli che svelano durante una conversazione con un perfetto sconosciuto. L’esperimento è stato condotto su un campione di 2.000 utenti registrati da tutto il mondo sul più popolare dei social network. Gli utenti sono stati casualmente selezionati in modo da rappresentare diverse caratteristiche: genere (1.000 donne, 1.000 uomini), età (il campione andava da 17 a 65 anni, con un’età media di 27,3) professione, interesse, eccetera.

In un primo momento, agli utenti veniva semplicemente chiesto di aggiungere la ragazza sconosciuta tra i propri amici, mentre in un secondo momento varie conversazioni con utenti selezionati casualmente cercavano di capire che tipo di dettagli gli stessi utenti fossero disposti a rivelare alla ragazza. Nell’arco di due settimane, l’esperimento ha dimostrato che il 94% di coloro che hanno ricevuto una richiesta di amicizia da una ragazza che non conoscevano, ha accettato senza avere idea di chi fosse veramente l’utente. In realtà, il 13% di questi utenti si è almeno chiesto se avesse conosciuto personalmente la ragazza o meno.


L’esperimento ha rivelato che:
  • gli utenti più vulnerabili sembrano essere proprio i dipendenti del settore IT, che rappresentano più dell’86% del totale, e tra cui, il 31% lavora proprio nel settore della sicurezza informatica.
  • dopo mezz’ora di conversazione il 10% ha condiviso con la ragazza bionda informazioni personali sensibili, come indirizzo, numero di telefono, nomi dei genitori, eccetera – cioè proprio quelle informazioni che in genere vengono richieste come risposta ad una domanda di recupero della password.
  • due ore dopo, il 73% ha rivelato informazioni confidenziali riguardanti il proprio posto di lavoro, come strategie, piani futuri o software e tecnologie non ancora in distribuzione.


“La strana reazione dei lavoratori della sicurezza informatica messa a confronto con le possibili minacce alla privacy, come quelle descritte nell’esperimento, contraddice in buona parte l’atteggiamento generale nei confronti di questo problema, considerando che quasi tutte le aziende di sicurezza pongono l’attenzione sui rischi associati ai social network. In altre parole, è come se le buone abitudini e i regolamenti vengano semplicemente dimenticati proprio in un ambiente in cui dovrebbero essere più rigidi che altrove” afferma Sabina Datcu, BitDefender E-Threat Analysis and Communication Specialist, autrice dell’esperimento.

“La parte più interessante”, continua Datcu, “è il fatto che ciò che le persone probabilmente non farebbero mai durante una conversazione nella vita reale succede apertamente al riparo del presunto anonimato che può fornire la rete. Concetti come privacy o riservatezza si offuscano nella mente di alcuni utenti quando chattano online, anche se gli stessi utenti probabilmente non menzionerebbero determinati argomenti se incontrassero lo stesso interlocutore di persona”, conclude Datcu. Secondo Internet World Stats, la gente passa sempre più tempo online, con l'uso di Internet a livello mondiale aumentato del 390% tra il 2000 e il 2009. In questo periodo di tempo, la popolarità delle reti sociali si è amplificata come dimostra questo interessante esperimento. Fonte: Bit Defender |Foto 1: Shirt City | Foto 2: Malware City

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