Frodi online: il contatto con la potenziale vittima avviene via mail o social network


I pretesti adottati dalle truffe online più frequenti dell’ultimo decennio sono finte richieste di aiuto dalla Nigeria, presunte vincite alla lotteria e fantomatiche belle donne in cerca di compagnia, seguite da false offerte di lavoro e da richieste di denaro da parte di amici via Facebook e Twitter, ma anche via chat o altri social network meno conosciuti. Secondo la classifica stilata dai PandaLabs, i metodi più utilizzati negli ultimi dieci anni per rubare soldi agli internauti seguono tutti un unico schema: i criminali effettuano un primo contatto con la potenziale vittima, essenzialmente via e-mail o social network, poi, se l’utente viene adescato, gli viene chiesto denaro con falsi pretesti. La scusa più diffusa è quella della cosiddetta “truffa nigeriana”, che è stata anche la prima del suo genere ad apparire sul web. In questo caso il cyber-criminale invia una mail fingendosi una persona in difficoltà, spesso originaria della Nigeria, che ha bisogno di una forte somma di denaro ed è in grado di restituirla in cambio di un aiuto iniziale per andar via dal Paese africano.
Chi cade nella trappola invia una parte dei soldi richiesti, ma il contatto a questo punto svanisce col bottino. Poi c’é il pretesto della falsa vincita alla lotteria, con cui si chiede alla vittima una somma in anticipo per coprire commissioni e spese bancarie. La terza ’scusa’ più sfruttata è quella di una fantomatica bella donna, in genere di nazionalità russa, che contatta internauti in cerca di compagnia chiedendo soldi per un biglietto aereo. A seguire le frodi che sfruttano le finte offerte di lavoro: alla vittima viene chiesto di comunicare le coordinate bancarie e sui conti vengono fatte transitare somme di denaro rubate ad altri internauti, rendendo la vittima anche un potenziale complice. Negli ultimi due anni, abbiamo assistito a un cambiamento nella dinamica del malware, che deriva da un cambiamento nella motivazione dei cybercriminali. In precedenza, cercavano la fama. Ora, la loro motivazione è puramente finanziaria: i cracker stanno diventando sempre più professionali. In tempo di social network la creatività dei criminali risulta amplificata. Violando un account di Facebook o Twitter, i malviventi possono inviare agli ‘amici’ finte richieste di denaro.

Fonte: http://www.ansa.it/web/

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