Internet è un mondo "parallelo", fonte di informazioni, di relazioni sociali, di crescita culturale; vi si possono trovare occasioni per acquisti, per viaggi ma anche - come nella vita reale - criminali e persone pronte ad approfittare della buona fede per ingannare la gente. Pare che ormai un crimine su cinque venga commesso in Rete e gli agenti della Postale in molti casi lavorano da infiltrati, soprattutto per scoprire e arrestare gli autori di traffici turpi e pericolosi come quello di materiale pedopornografico, di terrorismo o di droga.
Ma oltre questi casi più gravi e importanti ci sono molti altri tipi di truffe che ogni giorno possono ingannare gli utenti. Sempre più spesso, ormai, si sente parlare di furti d'identità, di scippi virtuali, oltre che di phishing e di social network utilizzati per danneggiare una persona o per inneggiare al fascismo, e ancora, per fare apologia della camorra. Nelle settimane scorse è stato scoperto un gioco su Facebook: Paga il pizzo, entra nella camorra con un'affiliazione virtuale, la scelta del ruolo, la possibilità di scalare le gerarchie sociali del "gruppo".
Molti giovani oggi si impossessano della identità di una persona per diffamarla, denigrarla o peggio ancora distribuire password e numeri di telefono. Succede quando ci si vuole vendicare di un fidanzato o di una fidanzata che ci ha lasciato, ma anche per un semplice scherzo. È possibile però anche che qualcuno si impossessi dell'identità di persone più o meno note per creare profili che li mettono in cattiva luce o per utilizzare il nome della personalità in questione per ricevere benefici o compiere atti illeciti screditando il suo nome.
Per non abboccare al "phishing" fenomeno con il quale si sfruttano le vulnerabilità dei sistemi per installare worm che rubano dati sensibili (tra i più recenti ricordiamo Zeus bot) la cosa più importante, dice il vice questore aggiunto Stefano Zireddu, è avere sempre sul computer antivirus aggiornati e utilizzare una navigazione protetta, cioè disabilitare, quando è possibile, quegli accessori del browser, come ad esempio gli java script, che spesso vengono sfruttati per rubare le informazioni. Altra cosa fondamentale è non cliccare mai su un link che arrivano per e-mail invitandovi a cambiare la vostra password, a entrare nella vostra banca o sul conto alla posta.
Inoltre è molto facile sostituirsi a una persona e creare un profilo a suo nome sui social network come Facebook, dice Stefano Zireddu. "Per cautelarsi la prima regola, anche se sembra contraddittoria per chi usa i social network, è quella di non fornire dati personali sensibili: indirizzo, data di nascita, luogo di lavoro o scuola frequentata e così via. Più informazioni si danno più è facile per un altro spacciarsi per noi".
I ragazzini poi non dovrebbero mettere fotografie che, una volta pubblicate, possono tranquillamente andare in giro sul web e dunque prestare attenzione alle impostazioni sulla privacy. Gli esperti del Servizio polizia postale ricordano che la sostituzione di persona, così come l'accesso abusivo ai sistemi informatici, o l'utilizzo non autorizzato del sistema e ancora la detenzione di codici e password sono tutti reati previsti del codice penale e punibili con la reclusione. Fonte: Polizia di Stato
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