Facebook chiede un incontro con il presidente del Senato, Renato Schifani, per discutere e cercare insieme una soluzione per evitare in futuro eventuali nuove dichiarazioni di "odio" attraverso la rete. Richard Allen, responsabile delle politiche Ue del social network, ha inviato una lettera da Londra al presidente del Senato per chiedere un incontro di persona a Roma oppure una videoconferenza per studiare insieme tutte le misure necessarie atte ad evitare il ripetersi di quanto è accaduto nei giorni scorsi dopo il ferimento a Milano del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L'invito è stato accolto da Schifani: "Io lo ritengo un passo estremamente costruttivo quello che vogliono fare i responsabili di Facebook e sicuramente sarà il nostro un incontro in cui rifletteremo assieme per individuare delle regole, delle procedure, al di là degli aspetti legislativi che il governo sta valutando, per evitare proprio che su questi siti, al di là di Facebook, si possono inserire degli inni di istigazione all'odio alla violenza che non fanno bene al Paese e che a volte configurano addirittura elementi ed estremi di reato".
Dopo il fiorire di gruppi che inneggiavano all'aggressore del premier, Facebook aveva diffuso un comunicato in cui precisava che "non è permesso pubblicare contenuti minacciosi, promuovere o incoraggiare atti violenti, contro chiunque e in qualunque luogo", aggiungendo: "Provvederemo a rimuovere qualunque contenuto di questo tenore, per cui ci sia richiesto un intervento".
"Abbiamo un team dedicato in Europa che parla italiano - precisano i responsabili di Facebook - e che sta esaminando con estrema attenzione tutte le richieste di intervento con contenuti relativi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel frattempo è stato chiuso su Facebook anche il gruppo che derideva i bambini maltrattati nell'asilo 'Cip e Ciop' di Pistoia. Soddisfatto il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, che aveva segnalato la cosa alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Fonte: Affari Italiani
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