In Case of Emergency: parziale funzionalità, suggerimento innocuo come catena


L'idea dietro a questo programma è di permettere ai primi soccorsi (soccorritori, vigili del fuoco, polizia) di identificare le persone e di contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche. Il consiglio è di tenere nella rubrica del proprio cellulare il numero da contattare, appunto, in caso di emergenza registrandolo sotto il nome ICE.

La proposta ha generato reazioni diverse, alcuni operatori di emergenza lo hanno ritenuto una buona idea, altri lo considerano inutile o pericoloso in quanto scoraggia l'uso di metodi più efficaci. La proposta si diffonde soprattutto come meme su Internet, in particolare come catena di sant'Antonio. Mettere "ICE" nel telefonino come numero d'emergenza? Male non fa, ma non si tratta d'una raccomandazione ufficiale.

Nella posta di Facebook e non solo, in questi giorni sta tornando ad imperversare un suggerimento che dovrebbe facilitare i soccorritori nelle situazioni d'emergenza: memorizzare nella rubrica del cellulare, sotto l'abbreviazione standard ICE (sta per In Case of Emergency), il numero della persona che desideriamo sia informata se siamo coinvolti in un incidente o in altre emergenze. Si tratta di un semplice passaparola divulgativo, di cui riportiamo il testo, per fugare ogni sospetto che dietro a questi messaggi possano esistere catene di Sant'Antonio:

"Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). È sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali".



In realtà l'iniziativa non proviene dagli "operatori delle ambulanze", ma da un singolo paramedico inglese, Bob Brotchie, la cui proposta fu riportata ad aprile del 2005 presso un sito della sanità pubblica britannica, con il supporto tutt'altro che disinteressato di Vodafone, come documentato da Hoaxbuster.com. I pareri degli addetti ai lavori sono contrastanti. Come fa notare Punto Informatico, il responsabile del 118 di Milano ha espresso parere favorevole; mentre in Svizzera la Federazione Cantonale Ambulanze del Canton Ticino si è detta dubbiosa sull'efficacia e legalità della proposta.

L'idea ha varie controindicazioni: il telefonino è spesso uno degli oggetti che si rompe in caso d'incidente e comunque potrebbe essere spento, bloccato con un PIN, scarico e quindi inutile. Inoltre frugare nella rubrica del cellulare potrebbe essere considerata una violazione perseguibile della privacy. Non compete infatti al soccorritore d'ambulanza prendere contatto con eventuali parenti per informarli in caso di necessità; si tratta di un compito esclusivamente a carico degli organi di polizia.

La sigla ICE ha senso soltanto in inglese ma non in altre lingue. Questo non ha impedito comunque l'adozione, in alcuni paesi, di un apposito adesivo per allertare i soccorritori della presenza del numero d'emergenza nel proprio cellulare. Hoaxbuster ha una controproposta molto più pratica e meno tecnologica che si sottrae alla foga moderna di risolvere tutto con un gadget: segnare su un cartoncino, su una tessera plastificata o su un ciondolo da tenere al collo le indicazioni d'emergenza.

Questo permette di indicare non soltanto i numeri da contattare, ma anche informazioni forse più vitali, come il proprio gruppo sanguigno, eventuali allergie a medicinali o terapie in corso. E' una soluzione che non ha problemi di batterie e d'interfaccia ed è semplicissima da usare anche per chi non ha il telefonino. La questura di Mantova si era espressa con parere favorevole già nel 2008 ricordando sempre a tutti che, in macchina, solo il rispetto delle norme del Codice della Strada ed una buona dose di prudenza possono evitare quei tragici incidenti ai quali, purtroppo, troppo spesso assistiamo.

In definitiva In Case of  Emergency è comunque un suggerimento innocuo, per cui non è strettamente indispensabile bloccare la catena di Sant'Antonio. L'importante è rendersi conto che il personale di soccorso non è addestrato a cercare la sigla ICE nel telefonino e quindi non lamentarsi se l'uso di questo consiglio non produce alcun risultato utile.

Via: Ticinonline

2 commenti:

  1. Permetti qualche osservazione in seguito alla tua (interessante) segnalazione e approfondimenti vari?? Solo per condividere, niente polemiche:

    " - inutile se il telefonino è spento o scarico (la Sim in molti casi può essere trasferita su altro dispositivo..);
    - il cellulare è un oggetto che spesso si rompe in caso d'incidente (anche in questo caso la Sim può essere trasferita su altro dispositivo..);
    - nessun corso insegna ai soccorritori come si accede alla rubrica di ogni marca e modello di cellulare (operazione per cui serve un attestato speciale?);
    - la sigla ICE funziona in inglese, ma non in altre lingue (in italiano è “In Caso di Emergenza” e, se proprio vogliamo tradurre, ICE significa “ghiaccio”. Ad ogni modo anche STOP e SOS sono rispettivamente inglese e morse, ma sono stati resi ormai internazionali grazie proprio alla diffusione e all’utilizzo;)
    - frugare nella rubrica del cellulare potrebbe essere considerata una perseguibile violazione della privacy (perché frugare nel portafogli? Forse è meglio lasciare in attesa vittime e parenti nell’anonimato più assoluto).

    In alternativa viene consigliato di segnare le indicazioni d'emergenza su un praticissimo cartoncino (facile da smarrire o degradare) o su una tessera plastificata da tenere nel portafoglio (che può risultare irrecuperabile esattamente come un cellulare). "


    La soluzione più ovvia è imprimere i dati su un ciondolo da tenere al collo: la vecchia piastrina di riconoscimento! Cognome, nome, Paese, luogo e data di nascita, gruppo sanguigno.. E perché no? Anche la religione, l’elenco delle allergie, delle sostanze utilizzate frequentemente e magari un bel numero di matricola. In fondo tutti ormai viaggiano con la medaglietta come i gatti.. ma allora, perché non un microchip??

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  2. Grazie Niebla della tua osservazione

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