- La stanchezza eccessiva e i cambiamenti repentini nelle abitudini del sonno rappresentano spesso il primo segnale di un eccessivo numero di ore passato al computer.
- Diminuzione dell’interesse per i giochi e le attività abituali, cioè l’abbandono delle abitudini e dei passatempi a cui si è sempre dedicato del tempo, a favore di Internet che si trasforma da svago in una necessità improrogabile (ossessione) che rende insignificante qualunque altra realtà.
- Isolamento dagli amici e distanza delle relazioni autentiche a favore di amici “virtuali”.
- Aggressività, quando i genitori cominciano a fare domande sull’uso di Internet. Di solito accade per difendersi, per timore di eventuali proibizioni, per il senso di colpa dovuto alla loro stessa mancanza di sincerità.
- Profitto scolastico e utilizzo della logica improvvisamente in calo.
Come nel mondo “reale” ci sono bulli, che usano violenze fisiche o psicologiche nei parchi o a scuola nei confronti dei compagni turbando la serenità di un gruppo, così esistono persone che, avvantaggiate anche dall’anonimato, usano il web per esercitare la loro prepotenza. Ciò premesso, è bene che i genitori rendano edotti i propri figli sui rischi del contatto con questi soggetti insegnandogli ad ignorare le provocazioni e a rifiutare ogni tipo di rapporto. Nel caso di molestie gravi e/o continuative (cyberstalking) occorrerà avvisare tempestivamente gli amministratori del sito e la Polizia Postale.
Il cyber-pedofilo è un individuo altamente pericoloso, perché ancor più di quanto già avvenga nel mondo “visibile” riesce, in Rete, a mascherare abilmente la propria identità. Inizialmente il soggetto si prodiga ad adescare la vittima e a stabilire un rapporto basato sulla fiducia e sull’amicizia, fingendo, il più delle volte, di avere la stessa età del minore a cui si rivolge. Il contatto avviene per lo più in chat e, inizialmente con discorsi generici e inoffensivi, che tendono però ad appurare se il minore sia solo o non controllato da persone adulte.
In seguito il pedofilo introduce gradualmente argomenti sessuali, per testare la disponibilità del soggetto arrivando anche ad inviare materiale pedopornografico, per incoraggiare l’argomento e quasi a dimostrazione del fatto che tutto ciò è “normale”, sano e condiviso da molti. A questo punto se la vittima avrà mantenuto il contatto, il cyber pedofilo diventerà più assiduo e invadente, aprendo discorsi più intimi atti a stimolare la curiosità sessuale del minore e incalzandolo ad agire, prima solo in rete e poi cercando di avvicinarsi sempre di più, attraverso e-mail e/o sms fino all’estremo tentativo di coinvolgerlo in un incontro non più virtuale ma reale. E’ fondamentale che i genitori parlino di tutto ciò con i propri figli, così come è sempre stato per quello che definiamo “Il mondo reale”. Come in quel caso la frase “non accettare mai caramelle da un estraneo” sintetizza l’educazione alla difesa nei confronti di malintenzionati in cui si può incappare ogni giorno, nel caso della rete, i ragazzi devono essere educati al riconoscimento di possibili “brutti incontri”, in modo da poter richiedere l’immediato e collaborativo intervento dei genitori, che potranno bloccare ogni prevaricazione sul proprio figlio e rivolgersi subito agli organi competenti di vigilanza (Polizia Postale).
Fonte: Telecom Italia
Tag: Consigli, Sicurezza Web
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