Undici persone sono state arrestate dall'Fbi accusate di spionaggio. Secondo quanto riporta la Cbs, gli agenti segreti si erano stabiliti per ordine di Mosca negli Usa sotto copertura, utilizzando false identità. Tra queste, una bellissima ragazza, Anna Chapman, ventotenne divorziata lauerata in economia e proprietaria di un'agenzia immobiliare on-line. Il verbale dell’Fbi sembra uscito da «A prova di Spia», la parodia del film dei fratelli Coen: tanto antiquati erano i loro metodi che sembrano firmati da John Le Carré.
Ma non è roba da cortina di ferro: secondo gli investigatori americani gli undici russi accusati di essere agenti segreti hanno aiutato gli eredi del Kgb fino a pochissimi giorni fa. Mosca sull’Hudson: una New York cinematografica ha fatto da sfondo all’azione delle spie. Una libreria, Barnes and Noble, le panchine di Central Park, i caffè Starbucks hanno ospitato incontri clandestini, scambi di borse e di passaporti.
«Sei pronta a questo passo?»: «Shit, yes», ha risposto Anna (Anya) Chapman, 28 anni, seducente divorziata con master in economia alla Rossijskij Universitet Druzby Narodov, cadendo nella trappola dell’agente del controspionaggio americano che sabato scorso in un ristorante di Manhattan l’ha finalmente incastrata. Anna «la Rossa», 183 amici su Facebook, era arrivata a New York transitando da Londra dove aveva fatto la «schiava» da Barclays (lo dice lei su Linkedin). Mike «l’italiano» (Mike Zottoli, arrestato ad Arlington in Virginia ed ex residente a Seattle) si faceva passare per banchiere d’affari.
Anna Chapman era amica su Facebook dell'economista Nouriel Roubini. Martedì mattina, però, poche ore dopo la notizia dell'arresto della Chapman e di altre 10 presunte spie russe, il professore della New York University soprannominato "Dottor Doom" per la sua visione catastrofica dell'economia mondiale, ha cancellato la ragazza dal suo elenco di amicizie online. «Potrei averla incontrata socialmente a uno o due grandi party, mai a casa mia, ha detto Roubini alla Abc. «Ma non abbiamo mai parlato faccia a faccia».
Dei fermati solo uno, Mikhail Semenko, ha un nome russo. Tutti gli altri hanno nomi inglesi, ispanici, italo-americani. Alcuni nomi, secondo fonti del Dipartimento della Giustizia citate dalla Cnn, appartenevano ad americani morti, ed erano stati assunti all’inizio degli Anni Novanta per inserirsi nella società a stelle e strisce.
L’operazione è il frutto di un’indagine durata anni, che ha coinvolto una rete di poliziotti disseminata su tutto il territorio americano, scattata dopo l’intercettazione di un messaggio partito dal quartier generale dell’intelligence moscovita. «Siete stati inviati negli Usa per una missione a lungo termine. La vostra istruzione, i vostri conti bancari, auto e casa, hanno un solo obiettivo: riempire appieno la vostra missione, ossia cercare e sviluppare legami nei circoli politici americani ed inviarci messaggi segreti».
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