La Polizia postale fà rimuovere le pagine su Facebook a favore dell'assassino di Sarah


L´ultimo giorno di speranza, poi l´incubo che diventa realtà. La notizia ufficiale postata su Facebook intorno alle 23 di mercoledì 6 ottobre: "Sarah è morta, la stanno cercando" fa il giro del mondo. Facebook, Twitter, YouTube, siti e blog vengono presi d´assalto. Rabbia, disperazione, dolore, per una giovane vita spezzata in modo drammatico, i sentimenti più diffusi. A suscitare l´indignazione della Rete è anche l´annuncio in diretta tv della tragica morte di Sarah. 

E mentre diversi gruppi su Facebook piangono Sarah Scazzi, la polizia postale di Catania ha contattato i responsabili dei server statunitensi di Facebook per fare rimuovere due gruppi nati a sostegno di Michele Misseri. Dal social network, su richiesta del vice questore Marcello La Bella, è stata già effettuata la cancellazione dei gruppi “Michele Misseri è un eroe” e “Fans di Michele Messeri”. 

La scoperta è stata fatta dall'associazione Meter durante un monitoraggio contro la pedofilia e gli abusi sessuali all'infanzia. L'associazione onlus ha immediatamente segnalato la vicenda alla polizia postale di Catania. «È veramente una vergogna - afferma don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter - e questi fatti la dicono lunga su questi tristi fenomeni che sono solo ed esclusivamente da condannare! Ringraziamo coloro che invece hanno fatto pagine su Facebook di solidarietà». 

Su Facebook, inoltre, era stato creato un altro gruppo a favore di Michele Misseri, a cui avevano aderito oltre 400 persone. L'Osservatorio Antiplagio, comitato di vigilanza sulla tv e sui media, e European Consumers, consorzio di associazioni di consumatori, hanno segnalato al ministro dell'Interno e alla Polizia delle Comunicazioni il gruppo “Se Sarah fosse stata più disponibile con lo zio, forse sarebbe ancora viva!” (già rimosso), sollecitando l'individuazione dei responsabili. E per finire il gruppo “Uccidiamo Sarah Scazzi... Ops!Già fatto?”. Al gruppo erano iscritti un centinaio di persone, la maggior parte dei quali ha lasciato sulla bacheca insulti e invettive nei confronti del creatore della pagina. 

La pagina non è più visibile perchè rimossa dal social network. I carabinieri del comando provinciale di Taranto stavano ascoltando lo zio di Sarah su quel 26 agosto, inchiodandolo davanti a una serie di contraddizioni e omissioni. Misseri ha prima negato anche l'evidenza, cercato di sminuire le intercettazioni ambientali (tre) nelle quali persino le sue figlie adombravano sospetti su di lui. Poi, anche per evitare ingiusti sospetti sulle sua famiglia, è crollato e ha raccontato tutta la verità. Via: La Repubblica

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