Immediatamente dopo la scomparsa da oltre due settimane delle due gemelle, Livia e Alessia, avvenuta dopo il suicidio del padre Matthias, il popolo di Facebook si è mobilitato con tantissimi link e
soprattutto con la pagina ufficiale. Ma se moltissimi iscritti al social network si adoperano per avere qualche notizia delle due piccole, c'è anche chi ha creato su Facebook una pagina inquietante e macabra dedicata alle gemelle scomparse. "Scommesse aperte: gemelle sotto terra o cibo per pesci?", questo il titolo della pagina, frutto di persone che non hanno la minima considerazione della dignità umana e del dolore. Ad un navigatore esperto non sfugge però lo scopo provocatorio ed in realtà anche stupido della pagina, che rientra in quel fenomeno più ampio dei cossiddetti
troll informatici. Nel frattempo la pagina è
stata rimossa dal social network, grazie alla segnalazione di migliaia di utenti e segnalata all
'Osservatorio sui Diritti dei Minori. "Siamo davanti all'ennesima riprova -
dice Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio e consulente della Commissione parlamentare per li'Infanzia - di cio' che il social network, fra le cose mirabili, puo' rappresentare, ovvero un contenitore di pattume sociale privo di sensibilita' e lesivo delle dignita' personali. Ancora una volta l'idiozia umana ha trovato una valvola di sfogo sul social network.
''Una fenomenologia, questa - continua il sociologo - da stigmatizzare anche perche' pervasiva al punto da registrare adesioni. La pagina dedicata alle sventurate piccoline ne conta 256. E' necessario - conclude - che gli inquirenti individuino i fautori anche per aiutarli a rivedere se stessi, partendo dalla presa d'atto di un sentimento che potrebbe assisterli nel processo di reinserimento al contesto sociale corretto, cioe' la vergogna". Nel frattempo è stato
lanciato un appello dalla pagina di Facebook, costruita dal momento della scomparsa delle gemelline Alessia e Livia dai loro parenti, alla ''persona che ha le bimbe in custodia''. In un aggiornamento fatto in francese, inglese e italiano tra ieri e oggi, si prega ''la persona che ha le bimbe in custodia'' di ''contattare confidenzialmente la famiglia a
liviaealessia@gmail.com. Simile la frase usata in francese, mentre in inglese si dice: ''Chiediamo per favore alla signora (lady, e' detto) che noi crediamo stia custodendo le bambine di contattarci a liviaealessia@gmail.com''. Nell'ultimo messaggio della famiglia su Facebook si sottolinea che, pur essendo le gemelle «ancora introvabili», «le riflessioni sul profilo psicologico del padre mantengono viva la speranza che siano sempre vive». Si esortano i fans e i visitatori della pagina a cercare dunque «attivamente testimonianze, chi pensa aver visto Alessia e Livia ovunque».
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