Furto delle indentità su Facebook e MySpace: i social network come Facebook, MySpace, ma anche Twitter sono le "banche dati" dove i delinquenti si procurano nomi e date di nascita in quantità. All'interno dei network, spesso questi dati sono visibili a tutti o reperibili con comodità tramite Google. Anche se attualmente mancano statistiche in merito, si può affermare che la tendenza è in chiaro aumento. L'allarme viene da Londra, dagli esperti del "Get safe online", sito sponsorizzato dal governo britannico che tutela i naviganti della rete. Tony Neate, un responsabile del sito londinese, è chiaro: "Dovete inserire solo le informazioni che fornireste ad un perfetto sconosciuto sull'autobus". I cybercriminali sul Web con un clic carpiscono l'identità di terzi, accumulano debiti a loro nome e rovinano la loro reputazione. La tattica usata dai truffatori prevede il furto d'identità e acquisti a nome delle vittime. I casi di frode online sono in continuo aumento: in Gran Bretagna sono stati registrati più di mille episodi di identità rubata. Un danno che può costare caro ai legittimi proprietari del profilo. Ai criminali sono sufficienti pochi dati per effettuare operazioni bancarie, come dichiara Tome Ilube di Garlik, un'altra organizzazione che si occupa di sicurezza online: "Non è detto che i ladri trovino tutte le informazioni necessarie su siti sui quali queste si condividono - ha spiegato Tome , - ma basta qualche dettaglio privato per avviare una ricerca più approfondita sulla persona da truffare".
Se negli anni scorsi si registrava un massiccio impiego di trojan e phishing impiegati per attaccare conti bancari on-line, ora il trend si dirige chiaramente verso il furto d'identità di terzi. Infatti, mentre misure recenti (per esempio servizi come Verified by Visa, che impone un'ulteriore verifica con password per l'uso della carta di credito) rendono più sicuro l'home banking e i browser segnalano le pagine contraffatte, abusare di dati personali è molto semplice. Alcune catene di negozi e persino alcune banche, agevolano il lavoro ai delinquenti: per concedere finanziamenti, accettano infatti fotocopie di documenti in luogo delle originali. Come è ovvio, falsificare la fotocopia di un documento è molto più semplice che falsificare il documento stesso e per il truffatore è semplicissimo, una volta conosciuti i dati anagrafici del malcapitato attraverso i social network, creare una falsa fotocopia assolutamente convincente usando uno scanner e un semplice programma di fotoritocco.
Ma, anche senza l'aiuto di banche e negozi poco scrupolosi, non è impossibile per i criminali eludere i primi controlli e ottenere finanziamenti usando il nome del malcapitato. Poichè i dati sono esatti, i controlli successivi daranno esito positivo: la persona che ha chiesto e ottenuto il finanziamento esiste ed è reperibile. I delinquenti potranno quindi acquistare beni e servizi a loro nome versando solo la prima rata. Tutto il resto andrà a carico del soggetto la cui identità è stata rubata. Il danno più difficile da riparare è in questi casi senza dubbio la reputazione compromessa. I consulenti legali consigliano di ricorrere immediatamente al tribunale: le fatture false non vanno pagate. Inoltre, le vittime dovrebbrero sporgere denuncia informando in negozi e la polizia.
Pubblicare il proprio profilo e renderlo appetibile costituisce quindi un forte rischio per una possibile manipolazione dei "ladri d'idenità". E' dunque importante mantenere una certa riservatezza sui social network: molti utenti bloccano agli sconosciuti l'accesso alle foto o alla loro bacheca, ma non la data di nascita o il domicilio. Questi dati sono sufficienti per diventare vittima dei delinquenti. Inoltre, non è consigliabile accettare qualsiasi richiesta d'amicizia o di contatto: diffidate dagli utenti!
Via: La Repubblica
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