Gli amministratori delle pagine Facebook e i titolari di account, devono fare attenzione a ciò che pubblicano e a come si comportano sul social network, ma ciò non basta per proteggersi dall'espulsione dalla piattaforma. Facebook ha infatti chiuso senza spiegazioni diverse pagine, tra le quali Ars Technica, segnalata da pagine nemiche sostenenendo che tale pagina fosse piena di materiale protetto da copyright, utilizzando il modulo DMCA (Digital Millennium Copyright Act). Certi usi impropri della legge statunitense a tutela del diritto d'autore, inoltre, possono trasformarsi in una violazione del Primo Emendamento della Costituzione Statunitense. E a quanto pare questo metodo è stato utilizzato da aziende che non amano le pagine di Facebook gestite da riviste di tecnologia on-line. Infatti Ars Technica ha detto che la sua pagina di Facebook era diventata inaccessibile, senza preavviso, senza alcuna spiegazione e nessun chiaro processo di appello. Ecco cosa si leggeva nell'avviso inviato da Facebook:
"Abbiamo rimosso o disabilitato l'accesso al contenuto successivo a quello in cui hai postato su Facebook, perché abbiamo ricevuto una comunicazione da un terzo che il contenuto viola i suoi diritti. Ti raccomandiamo caldamente di leggere il contenuto che hai postato a Facebook per assicurarsi che non hai postato qualsiasi altro contenuto illegale, in quanto è la nostra politica chiudere gli account dei contravventori. Se credi che abbiamo fatto un errore nella rimozione di questi contenuti, si prega di visitare http://www.facebook.com/help/?page=1108 per ulteriori informazioni".
"Questo è un avviso piuttosto inutile. Non è stato dato alcun dettaglio circa la presunta infrazione", dice Ars Technica. Prima del blocco degli account, Ars Techinca non aveva ricevuto avvisi di violazione o avvertimenti. Non si conosce chi sia stato a lamentarsi, quale materiale protetto da copyright era sulla pagina e su quale base Facebook aveva bloccato la pagina. "A peggiorare le cose, Facebook non risponde alle richieste di informazioni circa il blocco degli account collegati, e l'azienda non fornisce assolutamente indicazioni utili su come correggere una denuncia", Ars Technica ha aggiunto. Facebook successivamente ha inviato una dichiarazione:
"Abbiamo studiato una serie di recenti casi di proprietà intellettuale e abbiamo riabilitato quattro pagine come risultato. Ci scusiamo per eventuali disagi. Prendiamo sul serio le segnalazioni di abuso di DMCA e altri diritti d'autore. Abbiamo investito ingenti risorse nella creazione di un team dedicato che utilizza strumenti specializzati, sistemi e tecnologie per rivedere e gestire correttamente le comunicazioni della proprietà intellettuale. Questo sistema valuta una serie di fattori al momento di decidere come rispondere e, in molti casi, si richiede di fornire informazioni supplementari prima di poter agire. Come risultato di questi sforzi, la stragrande maggioranza dei bandi di proprietà intellettuale che riceviamo vengono gestiti senza incidenti. Naturalmente, nessun sistema è perfetto e siamo sempre impegnati a migliorare le nostre pratiche. Come tale continuiamo a perfezionare i nostri sistemi e procedure. "
Non sarebbe la prima volta che Facebook blocca pagine in seguito a diverse segnalazioni arrivate in merito alla violazione del diritto d'autore. Anche le pagine di Redmond Pie e Neowin, dopo essere state rimosse per alcune ore, sono state ripristinante con tanto di scuse da parte dei gestori della piattaforma. Nonostante le scuse e il rapido ripristino del servizio, c'è chi continua a sostenere che utilizzando questo form su Facebok basterebbe usare anche un indirizzo email fasullo per fare segnalazioni e chiudere pagine importanti in quanto Facebook non ne verificherebbe l'identità. Sulla pagina DMCA leggiamo: "Se sei un utente preoccupato per la rimozione dei tuoi contenuti, hai la possibilità di inviare una contronotifica. Puoi anche farlo rispondendo all'e-mail di notifica che hai ricevuto oppure in uno degli avvisi visualizzati nella parte superiore della tua home page". Ma a quanto pare non sempre è così e dunque chiunque potrebbe compilare un modulo con informazioni false per far scomparire una pagina di Facebook.
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