Amavano i cani ma solo come copertura. In realtà lo spazio, utilizzato da centinaia di utenti da tutto il mondo, anche italiani, aperto su un noto social forum americano, serviva per lo scambio di foto e video pedopornografiche. Una bambina nuda e tenuta al guinzaglio come un cane. Un'altra con l'invito esplicito: «Violentami» scritto sul torace. Un'altra ancora violentata sul letto di un hotel, già identificato grazie alle scritte ricamate sulle lenzuola. E per finire un post costituito dal collage di almeno 300 piccole vittime abusate in qualsiasi posizione.
È questo il contenuto del portale pedofilo segnalato oggi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania da parte dei volontari dell'Associazione Meter di don Fortunato Di Noto. «Siamo rimasti tutti scandalizzati qualche anno fa dalle foto della soldatessa Lynndie England con il detenuto al guinzaglio di Abu Grahib.», dice don Di Noto, per il quale: «Nessuno però ha niente da dire o protestare per una bambina e tanti altri innocenti trattati peggio. Dove sono gli attenti fustigatori della pedofilia nel clero – giornalisti inclusi – che si stracciano le vesti contro il Vaticano a prescindere da tutto? Questo dimostra che non c’è affatto l’intenzione di allargare lo sguardo su un dramma atroce che non è espresso solo dagli abusi di farabutti che non avrebbero mai dovuto essere preti, c’è solo il desiderio di attaccare la Chiesa. E i mostri, nel frattempo, ingrassano», dichiara. Una media pari a n. 600 siti denunciati ogni mese. Continua don Di Noto:
«Faccio anche presente questo, e cioè che nonostante le denunce e quant’altro, nonostante i contatti anche con polizie estere, non siamo riusciti a ottenere più della semplice chiusura con oscuramento dei profili. Ma questo non basta più: bisogna fare un passo avanti e questo passo avanti è uno e uno solo: individuare le vittime e i pedofili e gli stupratori, che ormai si mostrano a viso aperto perché evidentemente si sono convinti del fatto che ormai nessuno le perseguiterà. Ed è questo il messaggio sbagliato che ad ogni costo dobbiamo impedire di far filtrare: Come mai da mesi segnalo siti, violenze, forum e video di ogni tipo ma nessuno si interessa di questo sui giornali? Forse perché sono un prete? Forse perché non vado in Tv a dire che un prete mi ha violentato? Mi aspetto una prova di maturità dalla stampa di questo Paese. Almeno spero», conclude.
Il mese scorso, un servizio di free hosting per foto e immagini pedofile, aperto, condivisibile e a portata di tutti era stato scoperto dalla stessa Associazione Meter e denunciato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania e al CNCPO di Roma (Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia online). «Se vedeste vi sollevereste tutti contro la pedofilia. Il grave problema è che nessuno vede ciò che accade», affermava al riguardo il fondatore di “Meter”. In un comunicato che era stato diffuso in merito a questa denuncia, si spiegava che non c’era «nessuna password, nessun filtro né tantomeno controllo da parte dell'hosting pur dichiarando che sarebbero state rimosse tutte le foto che violano la ‘netiquette’.»
«Migliaia di foto distribuite in gallerie da 20 foto a pagina per 349 pagine consultabili, video e immagini con violenze inenarrabili e con fotogrammi dove si scorgevano in bella vista i volti degli abusatori. Centinaia di pedofili che condividevano e scaricavano il materiale denunciato». Dall'inizio dell'anno al 31 marzo sono stati 2.010 i siti denunciati (n. 250 il numero di protocollo) segnalazioni e denunce inviate alla Polizia Postale e delle Comunicazioni e alle forze di Polizia di altri paesi. L'emergenza pedofilia non è finita, anzi, il fenomeno ha assunto proporzioni stratificate, trasversali e in mani alla pedo-criminalità. Non è solo scambio e detenzione di materiale, ma soprattutto "produzione" con bambini piccolissimi che fa girare un ammontare di affari pari a 13 miliardi di euro l'anno. Fonte: Meter/SIR
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