Se Facebook non sempre mantiene i geotag delle foto e Flikr sta cercando di dare ai propri iscritti la possibilità di disattivarli o meno, pubblicare foto su altri social network come Twitter, siti di photosharing o blog può invece mettere a disposizione di un vastissimo pubblico di lettori, stalker e ladri inclusi, informazioni che sarebbe preferibile mantenere riservate. "Combinando geotag e testi, si può facilmente scoprire dove la gente viva, che tipo di cose tenga in casa e anche quando sta andando via", avverte Robin Sommer, ricercatore dell'International Computer Science Institute di Berkeley, California. Insieme a Gerard Friedland, coatore di uno studio "Sulle implicazioni del geotagging nella privacy", ha presentato all'annuale congresso Usenix un programma, a scopo dimostrativo, capace di localizzare gli autori dei video girati nei pressi dell'università californiana e pubblicati su YouTube.
E a proposito di 'localizzazione', un gruppo di sviluppatori olandesi ha messo in rete un sito che dà un'idea concretissima di quali rischi si corrano a pubblicare troppe notizie personali in giro per internet. Si chiama "Please Rob Me" ("Prego, derubami") e non fa altro che prendere informazioni liberamente accessibili a chiunque su Twitter. Poi le rielabora, fino a generare in tempo reale una lista di persone che si sono allontanate da casa, lasciando via libera ai potenziali intrusi. "Prima ci ingegnamo a lasciare le luci accese quando andiamo in vacanza, e poi comunichiamo a tutti su internet quando non siamo in casa", spiegano gli autori del sito. "Il nostro intento non è che le persone vengano svaligiate, ma che siano consapevoli di cosa fanno quando usano servizi come FourSquare, Brightkite, Google Buzz, e così via".
Fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/
Tags: Geotagging, Privacy, Siti Web, Sicurezza
Nessun commento:
Posta un commento