Flycell: truffe su Facebook per sms a pagamento, indagine Antitrust


Dopo tante segnalazioni, l'Antitrust ha deciso di avviare una indagine sulla posizione del servizio Flycell, dell'italiana Acotel, azienda leader del settore delle suonerie per cellulari. Oltre un anno fa l’Antitrust ha multato la società e le compagnie telefoniche ma non è bastato. I consigli dell’Adico: disattivare tutti i servizi in abbonamento o cambiare numero. Una ricarica da 10, 15 euro che dovrebbe durare un paio di settimane. E che nel giro di pochi giorni, invece, si prosciuga magicamente. Ma di magico c’è ben poco nel servizio offerto da Flycell.it, stando a quanto denunciano centinana di consumatori, ogni giorno da mesi, alla segreteria di Adico Associazione Difesa Consumatori. 

Sono almeno 300 le segnalazioni ricevute da settembre a oggi relative ai servizi a pagamento via sms: considerando tutte le richieste di assistenza gestite da Adico, almeno una ogni 6 riguarda problemi con i telefonini, e oltre il 50% di queste riguarda servizi a pagamento indesiderati. Nonostante oltre un anno fa l’Antitrust sia intervenuta multando sia Flycell che le compagnie di telefonia mobile per pratica commerciale scorretta, il numero di utenti che denunciano la truffa non accenna a dimunire. Ecco perché Adico intende lanciare un nuovo monito a tutti i consumatori affinché non si abbassi la guardia e si conoscano gli strumenti a disposizione per tutelarsi da questo tipo di abuso. 

"Si potrebbe pensare che le vittime privilegiate siano i giovanissimi, che attirati dalle pubblicità su riviste, in televisione e su Facebook che sponsorizzano le suonerie con le hit del momento attivano i servizi che poi pagheranno mamma e papà. Ma non è più così: la maggioranza di chi si rivolge all’Adico con questo problema è composta da adulti che utilizzano il telefonino in modo assolutamente normale, e ai quali il servizio viene attivato senza che se ne accorgano - spiega il presidente di Adico Carlo Garofolini - Oppure vengono tratti in inganno da inserzioni o pop up che compaiono durante la navigazione in Internet, o da sms dello stesso tenore, e che invitano a partecipare a fantomatici concorsi e sondaggi inserendo il proprio numero di cellare". Si clicca invio, e il gioco - o meglio l’abbonamento - è fatto. Ma la cosa odiosa è che ciò avviene, spesso, anche senza rispondere all’sms. Sul sito ufficiale oggi, dopo l’intervento dell’Antitrust, c’è scritto chiaramente che il servizio costa 5 euro a settimana.


Ma chi attiva il contratto consapevolmente è, come spesso accade in questi casi, parte di una piccola percentuale rispetto a chi vi incappa senza volerlo. E quando si tratta di disattivare il servizio arrivano altre rogne. "Naturalmente la funzione non è facilmente accessibile: di solito sono condizioni scritte in caratteri minuscoli al fondo dei contratti o delle pagine web - spiega ancora Garofolini - quindi ci vuole buon occhio e sapere dove cercare. Una soluzione alternativa può essere quella di chiamare il call center del proprio operatore di telefonia mobile e chiedere direttamente a loro la disattivazione del servizio". 

Non sempre però l’intervento è tempestivo: molti consumatori hanno denunciato all’Associazione una sorta di inerzia da parte delle compagnie, che fanno passare anche diversi giorni prima di dar seguito alle richieste dei loro clienti. E ogni giorno che passa sono, spesso, ulteriori addebiti indesiderati. In altri casi gli operatori chiedono il numero da cui si riceve l’addebito e forniscono un testo e un numero a cui inviare il messaggio di disattivazione. Quindi è legittimo prendere in considerazione anche soluzioni più drastiche.

"Per evitare brutte sorprese analoghe in futuro, ci si può rivolgere al proprio operatore di telefonia per predisporre sul numero di telefono il blocco di ogni servizio a pagamento. In questo caso nessuna società potrà accedere al numero, che risulterà quindi a prova di servizi indesiderati" precisano dall’Adico. Se gli operatori telefonici (che, come ha confermato l’Antitrust, percepivano una percentuale sul traffico generato da questi servizi) però non collaborano, o se la richiesta inviata direttamente alla società non produce alcun effetto, si può ricorrere a rimedi ancora più drastici come il cambio di operatore e di numero telefonico. 

Il segreto sta nell’intervenire prima possibile, perché a colpi di 5 euro a settimana, si fa presto a farsi sfilare dalla ricarica o addebitare nel conto dell’abbonamento centinaia di euro. "In molti all’inizio pensano si tratti di semplice spam, quindi cancellano i messaggi e poi se ne dimenticano. Ma i 5 euro a settimana vengono addebitati comunque. E recuperare quei soldi non è per nulla facile: in alcuni casi gli operatori rimborsano i soldi sottratti dal servizio, ma non è sistematico.


Altro consiglio è quello di non aprire gli sms che vengono inviati (e che contengono i contenuti a pagamento): spesso alla semplice lettura vengono addebitati altri 3 euro" conclude Garofolini. Il consiglio è quello di tenere tutta la documentazione possibile, come email scambiate con Flycell o con il proprio operatore di telefonia in cui si chiede la disattivazione del servizio, e i conti telefonici per chi ha l’abbonamento, dal momento che il servizio compare, spesso, con la dicitura Sms premium Mt. 

In questo caso potrebbe essere possibile procedere anche legalmente: per informazioni lo studio legale dell’Adico è sempre disponibile contattando info@associazionedifesaconsumatori.it o lo 041.5349637. Per disattivare il servizio bisogna inviare un sms al numero 48008 con il testo STOP, si legge sul sito Flycell. Il 30 giugno 2010 il Garante per Concorrenza e il Mercato ha sanzionato [PDF] per 400mila euro Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G (3 Italia) e il content provider Flycell Italia, per pratiche commerciali scorrette. L’Authority ha considerato corresponsabili anche i gestori telefonici, che avevano concordato con la Flycell percentuali significative dei ricavi complessivi.

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