Privacy: allarme del Garante sul cybercrime, il punto della situazione


Il Garante per la Protezione dei dati personali lancia l'allarme sull'uso di banche dati su Internet: parlando di "nuovi rischi per la sicurezza", avverte sui pericoli del Cybercrime e su quelli che potenzialmente derivano dalla rete, che è "una nuova frontiera che allarma tanto le strutture militari quanto quelle di sicurezza interna, e che coinvolge problemi di enorme portata".

Nella relazione tenuta alla Camera dei Deputati il presidente del Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, ha infatti ricordato che "la rete è lo 'strumento' sul quale si basano non solo i grandi sistemi produttivi, ma anche le strutture di sicurezza interna e di difesa esterna degli Stati. Tutte le comunicazioni e le attività possono essere pregiudicate da attacchi informatici", ha sottolineato Pizzetti, per il quale "occorre dare al più presto piena attuazione alla Convenzione sul Cybercrime entrata in vigore l'1 luglio 2004 e recepita in Italia con la legge 48 del 2008".

L'Autorità spiega come i provvedimenti adottati nel corso del 2009 siano stati circa 600 mentre si è data risposta a 4.000 tra quesiti, reclami e segnalazioni (in particolare, riguardo a telefonia, credito, centrali rischi, marketing, videosorveglianza, Internet, assicurazioni). Gli interventi applicati spaziano tra più settori: sanità, pubblica amministrazione, marketing, telecomunicazioni, giornalismo ed informazione, lavoro, giustizia e polizia, Internet, nuove tecnologie, scuola ed università, società, impresa, banche, finanziarie ed assicurazioni.

Per quanto riguarda i temi che trattiamo quotidianamente nella nostra pagina, le disposizioni del garante si sono concentrate su Facebook ed i servizi di social network in generale, sui motori di ricerca, su Google Buzz, Google Street View, sull'illegittima conservazione dei dati sulla navigazione in rete e sulla condivisione file musicali. Poste sotto la lente anche le tecnologie di geolocalizzazione e Rfid (Radio Frequency IDentification).

In particolare bisogna "riflettere anche sui rischi che pone la nuova tecnologia del cloud computing, con la quale i dati verranno sempre più sottratti alla disponibilità materiale di chi li produce e usa e gestiti da enormi server collocati in ogni parte del pianeta. Un fenomeno - continua il Garante - che moltiplicherà i servizi di remote hard disk e renderà sempre più ampio il ricorso all'outsourcing e all'hosting dei sistemi, moltiplicando i servizi forniti da terzi secondo modalità che favoriscono sempre di più la delocalizzazione dei dati conservati".


Sul tema "è necessario adesso un salto di qualità. Occorre che, anche adottando le eventuali modifiche normative, sia posto al più presto a disposizione del Garante un elenco esaustivo delle banche dati di interesse nazionale e della loro dislocazione, comprese quelle gestite da privati". Per il Garante Internet è anche una sfida per il futuro, perchè "nella realtà virtuale gli istituti giuridici tradizionali e gli stessi principi della protezione dati sono messi a dura prova".

Dai motori di ricerca ai social network, dal diritto all'oblio sulla rete ai nuovi servizi di Google, conclude il Garante, "lo scenario è sempre più complesso e articolato e impone un continuo sforzo di riflessione e azione per garantire la libertà sulla rete e imporre agli operatori regole e misure idonee a proteggere la sicurezza della rete e i diritti di chi vi opera". Source: Virgilio | Il Software.it

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